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sicurezza per riders

Modello Organizzativo 231

Uber: più sicurezza per riders e più garanzie per i corrieri

I rider avranno dispositivi per la sicurezza personale messi a disposizione gratuitamente dall’azienda

È stato presentato oggi il protocollo di sicurezza e salute per i rider stilato da Uber Eats. Come comunica la stessa società, sono state sottoscritte delle linee guida, che “garantiscono i più alti livelli nel settore del food delivery in termini di tutela della salute e sicurezza, garanzie e benessere delle migliaia di corrieri attivi sulla piattaforma Uber Eats nel nostro Paese”. I rider avranno dispositivi per la sicurezza personale messi a disposizione gratuitamente dall’azienda.

Per prima cosa i Dpi, non solo sanitari ma anche per la prevenzione degli infortuni: casco di sicurezza per bicicletta, indumento ad alta visibilità, giacca e pantaloni antipioggia, supporto impermeabile per smartphone da applicare sulla bicicletta, luci da applicare sulla bicicletta e fascia da braccio catarifrangente. I fattorini saranno poi forniti dell’equipaggiamento protettivo anti-Covid-19 (in modo diretto o tramite rimborso), e quindi di mascherine e gel. Nella stessa app che organizza il loro lavoro avranno un tasto di emergenza utilizzabile in caso di problemi di sicurezza, che consente di contattare il 112 e di ricevere assistenza da parte di un team Uber. Appositi reminder ricorderanno ai lavoratori di indossare i dispositivi di sicurezza ad intervalli regolari. L’azienda organizzerà una campagna di sensibilizzazione per i rider in materia di salute e sicurezza e igiene alimentare, che prevede la condivisione di informazioni, suggerimenti e guide (in formato video) e l’invio di avvisi, comunicazioni e reminder in relazione al rispetto delle norme di sicurezza stradale, con particolare riferimento al corretto e sicuro utilizzo dell’app/cellulare mentre il rider è in movimento, e all’importanza dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale forniti dall’azienda. Inoltre Uber fornirà corsi gratuiti di formazione dedicati alla salute e sicurezza sul lavoro e alla sicurezza stradale: una formazione obbligatoria e in più lingue, visto che molti dei fattorini sono migranti. Sara’ poi la stessa azienda a verificare l’idoneità dei veicoli per le consegne, sia che si tratti di biciclette sia che si tratti di mezzi a motore.

Per una verifica incrociata, gli altri utenti della piattaforma (ristoranti e consumatori) potranno fornire (su base volontaria) feedback in merito ai corrieri anche in relazione all’utilizzo da parte degli stessi dei dpi. “Grazie al nuovo protocollo, Uber Eats e’ la prima azienda in Italia a mettere a punto un insieme di procedure chiare e iniziative concrete volte alla sicurezza e al benessere dei rider in Italia. Con le attività che stiamo realizzando ora e nei prossimi mesi, miriamo a diventare il modello di riferimento per l’intero settore del food delivery nell’ambito della tutela della salute e sicurezza dai corrieri, e un esempio per tutte le realtà operanti nella consegna di beni a domicilio nel nostro paese” afferma Gabriele De Giorgi (Public Policy Manager) di Uber Italia. Anche l’amministratore giudiziario Cesare Meroni e gli avvocati Fabio Cesare e Marcella Vulcano, hanno espresso soddisfazione per i risultati raggiunti: “Uber sta seguendo le coordinate tracciate dai giudici della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano, delegati alla procedura, Fabio Roia e Veronica Tallarida. La società ha osservato e progressivamente attuato l’imponente programma prescrizionale elaborato dall’ufficio dell’amministratore giudiziario. Un piano di compliance 231 che ha inciso sull’assetto organizzativo della società, anche attraverso l’istituzione di un Compliance Champion, deputato ad assicurare, insieme all’organismo di vigilanza, l’effettiva attuazione del Modello organizzativo 231 e il rispetto delle politiche e delle procedure interne da parte dei dipendenti, dei corrieri e di tutti i soggetti coinvolti nelle attività aziendali. Particolare attenzione è stata posta alla salute e sicurezza dei riders con un programma specifico nel settore del food delivery che dimostra la posizione di contrasto della società rispetto a forme di sfruttamento del lavoro. La società sta facendo un notevole sforzo di programmazione ed economico per posizionarsi nel settore del food delivery come un’impresa ad un elevato livello di connotazione etica e di responsabilità sociale, operando in un alveo di legalità e di tutela dei lavoratori. Il percorso virtuoso intrapreso dal management è una chiara manifestazione della volontà della società di dare seguito agli sforzi fin qui compiuti impegnandosi nell’adozione e nell’implementazione delle procedure e best practices con l’obiettivo di qualificarsi come modello positivo e di riferimento per il settore del food delivery, a tutela della salute e del benessere dei corrieri e di tutti i lavoratori”. Va ricordato che la filiale italiana di food delivery che fa parte del colosso americano del noleggio auto e’ dalla primavera scorsa al centro di un’inchiesta della Procura di Milano per caporalato. A rivelare i particolari dello sfruttamento dei fattorini è stata l’indagine coordinata dal pm Paolo Storari. Fra gli indagati una ex dirigente dell’azienda (poi sospesa), e i titolari di due ditte intermediarie che procuravano i lavoratori pagandoli 3 euro a consegna. L’azienda e’ stata ammessa come responsabile civile all’udienza preliminare del processo. Contemporaneamente la sezione autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano aveva disposto il commissariamento, lo scorso 28 maggio ed e’ per questo che ad oggi risulta ancora sotto il controllo di un board di amministratori giudiziari.

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