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Infortunio sportivo

Diritto Sportivo Responsabilità civile

Infortunio durante allenamento o partita non ufficiale: hai comunque diritto al risarcimento

Infortunio durante un allenamento o una partita non ufficiale: cosa prevede la legge

Quando si subisce un infortunio sportivo durante un semplice allenamento o una partita amatoriale, molti pensano di non avere diritto ad alcun tipo di risarcimento. Questa convinzione è spesso alimentata dalla mancanza di tesseramento federale o dalla convinzione che solo gli incidenti “ufficiali” siano tutelati. Tuttavia, la normativa e la prassi giurisprudenziale offrono strumenti concreti di tutela anche in ambito non agonistico.

La regola generale è che l’obbligo di risarcire un danno sorge ogni volta che un comportamento colposo o doloso ha causato un pregiudizio ingiusto a un altro soggetto. Questo vale anche nel contesto sportivo, a prescindere dal fatto che l’attività sia agonistica, dilettantistica o amatoriale.

Il fatto che l’attività sportiva non sia “ufficiale” non esclude automaticamente il diritto al risarcimento.

Approfondimento giuridico
Il principio cardine resta quello della responsabilità civile extracontrattuale ex art. 2043 c.c., secondo cui qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcirlo. Questo si applica anche agli incidenti sportivi fuori dai contesti federali.

In altre parole, non è tanto l’ufficialità dell’evento a rilevare, quanto la condotta dei soggetti coinvolti. Se l’infortunio deriva da una violazione delle regole di gioco, da un comportamento eccessivamente aggressivo o da una cattiva organizzazione da parte della società ospitante o del gestore dell’impianto, il danneggiato può agire legalmente per ottenere un risarcimento.

Una parte fondamentale è anche rappresentata dalla presenza o assenza di coperture assicurative, come vedremo nelle sezioni successive. È però importante sapere che la tutela giuridica non dipende dalla presenza di una polizza: in mancanza di assicurazione, resta aperta la strada della responsabilità civile.

Conoscere i propri diritti è il primo passo per non rinunciare a un risarcimento che potrebbe essere legittimamente dovuto.

Hai diritto al risarcimento anche senza tesseramento o partita ufficiale

Uno degli equivoci più diffusi riguarda l’idea che, in assenza di un tesseramento sportivo o della partecipazione a una competizione ufficiale, non si abbia alcun diritto al risarcimento danni in caso di infortunio sportivo. In realtà, questa convinzione è del tutto errata.

Il diritto al risarcimento può sorgere anche quando l’infortunio avviene durante un allenamento libero, una partitella tra amici o una gara amatoriale non organizzata da una federazione.

Esempio tipico: un giocatore subisce la rottura del legamento crociato durante una partitella in un campo affittato per un torneo tra colleghi. Nessuno è tesserato, non esiste una copertura assicurativa federale. Tuttavia, se l’infortunio è dipeso da un fallo grave, da un terreno in condizioni pericolose o dalla mancata vigilanza dell’organizzatore, sussiste pienamente il diritto a un risarcimento.

La chiave per ottenere giustizia in questi casi è dimostrare la responsabilità di un altro soggetto. Questo può essere:

  • il compagno o l’avversario di gioco, se ha agito con imprudenza, violando le regole della lealtà sportiva;

  • il gestore del campo o dell’impianto sportivo, se non ha mantenuto le strutture in condizioni sicure;

  • l’organizzatore del torneo amatoriale, se non ha adottato le necessarie precauzioni per tutelare l’incolumità dei partecipanti.

Come Studio Legale, abbiamo assistito nel corso degli anni diversi clienti che ci hanno contattato convinti che il loro infortunio durante un allenamento non ufficiale fosse un semplice “incidente sfortunato” e che non valesse la pena agire. Dopo un’analisi tecnica e legale, abbiamo invece riscontrato colpe evidenti di terzi: è così che il nostro intervento ha portato al riconoscimento di un congruo risarcimento.

È importante sottolineare che anche chi non ha assicurazioni attive o una tessera federale può ottenere tutela. Il risarcimento danni in caso di infortunio sportivo non è un privilegio riservato agli atleti professionisti, ma un diritto civile valido per chiunque subisca un danno ingiusto causato da altri.

Quindi, se ti stai chiedendo se hai diritto al risarcimento per un infortunio avvenuto durante una semplice partita tra amici o in un allenamento non organizzato ufficialmente, la risposta è: sì, sol che venga dimostrata la responsabilità altrui.

Chi è responsabile dell’infortunio avvenuto durante una partita non ufficiale o un allenamento

Quando si subisce un infortunio sportivo in una situazione non agonistica – come un allenamento libero, una partita tra amici o un torneo amatoriale – la domanda cruciale è sempre la stessa: di chi è la colpa? Chi risponde dei danni?

Nel nostro ordinamento, il risarcimento danni da infortunio sportivo si basa sul principio della responsabilità civile, che può ricadere su diversi soggetti, anche contemporaneamente. Analizziamo i casi più frequenti.


1. Il compagno o l’avversario di gioco

Se l’infortunio è causato da un comportamento scorretto, violento o imprudente da parte di un altro giocatore – anche in contesto amatoriale – si configura una responsabilità diretta. Pensiamo a:

  • una scivolata pericolosa da dietro su un campo in erba sintetica;

  • un fallo volontario ben oltre la normale intensità di gioco;

  • un comportamento aggressivo o non conforme alle regole del fair play.

In questi casi, il giocatore responsabile è tenuto a risarcire il danno fisico, patrimoniale e morale subito.
La lesione dei legamenti, la frattura ossea o il trauma cranico non rientrano nel rischio accettabile, ma si qualificano come evento illecito risarcibile.


2. Il gestore dell’impianto sportivo

Il campo da gioco – anche se affittato privatamente per un torneo o un allenamento – deve essere mantenuto in condizioni di sicurezza e agibilità. Il gestore ha una responsabilità oggettiva se:

  • il campo presenta buche, pendenze pericolose o aree scivolose;

  • le porte non sono ancorate in modo stabile;

  • gli spogliatoi o i corridoi di accesso sono sporchi o scivolosi.

Se l’infortunio è dovuto a una buca nel terreno o a una porta che cade addosso al giocatore, il gestore dell’impianto sportivo può essere chiamato a risarcire integralmente i danni, anche se l’evento non era organizzato ufficialmente.


3. L’organizzatore dell’evento amatoriale

Se si tratta di un torneo aziendale, un campionato tra amici, una “gara tra quartieri” o qualsiasi iniziativa simile, l’organizzatore ha l’obbligo di garantire condizioni di sicurezza minime. In particolare:

  • verificare che il campo sia agibile;

  • predisporre un primo soccorso;

  • stabilire un regolamento chiaro e rispettoso delle regole del gioco.

In mancanza di queste accortezze, l’organizzatore può essere civilmente responsabile per negligenza. Abbiamo trattato nel corso degli anni diversi casi di risarcimento danni da infortunio durante tornei non ufficiali, anche in assenza di assicurazione sportiva.


Il nostro consiglio è semplice: se hai subito un infortunio durante un’attività sportiva non ufficiale, non sottovalutare la possibilità di ottenere un risarcimento. La responsabilità può essere dimostrata anche in assenza di testimoni diretti, grazie a:

  • certificazione medica immediata;

  • fotografie del luogo o dell’attrezzatura;

  • video amatoriali;

  • testimonianze successive.

Ti invitiamo a leggere anche il nostro approfondimento su “Campo da calcetto scivoloso o maltenuto: chi paga se ti fai male?” per ulteriori casi concreti di responsabilità da cattiva manutenzione degli impianti sportivi.


Infortuni sportivi e coperture assicurative: cosa succede se non sei tutelato?

Una delle prime domande che ci viene posta da chi subisce un infortunio sportivo è: “Non ho un’assicurazione attiva, posso comunque essere risarcito?” La risposta è sì. Il diritto al risarcimento del danno prescinde dalla presenza di una polizza assicurativa, ma è ovvio che la presenza o meno di una copertura influisce sulle modalità di ottenimento del risarcimento e su chi lo paga.


Assicurazione sportiva obbligatoria: quando è prevista

Nel caso di attività federali (come la scuola calcio, le gare ufficiali, le società affiliate FIGC, FIPAV, FIDAL ecc.), le società sono obbligate a garantire una copertura assicurativa per i tesserati. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di assicurazioni di base e con massimali ridotti, che coprono solo:

  • infortuni lievi (fratture semplici, distorsioni, escoriazioni);

  • invalidità permanenti oltre una soglia minima (solitamente superiore al 6-8%);

  • costi sanitari limitati

Se hai subito un danno grave e pensi che l’assicurazione federale basti, potresti restare deluso: in molti casi, i risarcimenti erogati non coprono neppure il 10% delle spese mediche realmente sostenute.


Partite amatoriali, allenamenti non ufficiali e tornei tra amici

In questi contesti, nessuno è obbligato per legge a sottoscrivere una polizza assicurativa, ma chi organizza – che sia una società, un’associazione sportiva, un’azienda o un gruppo informale – ha una responsabilità civile se non adotta misure adeguate a tutelare l’incolumità dei partecipanti.

Per esempio, se una società sportiva mette a disposizione il campo per un torneo amatoriale tra non tesserati, e non informa i partecipanti che non sono coperti da assicurazione, potrebbe essere ritenuta corresponsabile per gli infortuni occorsi.

In questi casi, l’intervento di un avvocato esperto in infortuni sportivi è essenziale per:

  • analizzare se sussiste un obbligo omesso da parte della società sportiva o dell’organizzatore;

  • stabilire le responsabilità in solido tra più soggetti;

  • richiedere il risarcimento integrale dei danni alla parte civilmente responsabile.


E se ti rivolgi a un’infortunistica stradale? Attenzione agli equivoci

Molti utenti che ci contattano ci dicono: “Ho avuto un infortunio mentre giocavo a calcetto e ho cercato un’infortunistica stradale, ma mi hanno detto che non possono aiutarmi”. Il motivo è semplice: le infortunistiche stradali trattano per lo più solo incidenti automobilistici.

Le dinamiche legali, assicurative e probatorie di un infortunio sportivo sono profondamente diverse rispetto a quelle di un incidente d’auto. L’infortunistica stradale, in questo contesto, non è lo strumento adatto.

È fondamentale rivolgersi a uno studio legale esperto in risarcimento danni da attività sportiva, che conosca le logiche assicurative e le possibili responsabilità civili fuori dal Codice della Strada.


Tabella esplicativa: confronto tra infortunio stradale e infortunio sportivo

Aspetto Infortunio stradale Infortunio sportivo
Ambito normativo Codice della Strada + Codice Civile Codice Civile (2043 e segg.), Diritto sportivo
Soggetto responsabile Conducente veicolo Avversario, società, gestore impianto, organizzatore
Tipologia assicurazione RCA obbligatoria Assicurazione sportiva facoltativa (se non federale)
Approccio legale corretto Studio legale esperto in Infortunistica

stradale o Agenzia di infortunistica stradale

Studio legale con competenze in diritto sportivo

Per approfondire le differenze in termini di gestione del risarcimento, puoi leggere il nostro articolo: “Infortunio sportivo: chi è responsabile e quando hai diritto al risarcimento”


Se sei stato vittima di un infortunio sportivo e ti sei rivolto a un’infortunistica senza ottenere risposta, sappi che non sei solo. Ogni settimana riceviamo richieste da parte di persone che hanno subìto danni fisici in ambito sportivo e non hanno ricevuto alcuna assistenza concreta, proprio perché hanno contattato l’interlocutore sbagliato. In questi casi, un avvocato esperto può fare davvero la differenza.

Quali danni possono essere risarciti e come documentare correttamente l’infortunio

Subire un infortunio durante una partita amatoriale o un allenamento non ufficiale può avere conseguenze fisiche, psicologiche ed economiche pesanti. Tuttavia, la possibilità di ottenere un risarcimento esiste concretamente anche in assenza di tesseramento o di copertura assicurativa, a condizione che l’infortunio sia ben documentato e che si riesca a dimostrare la responsabilità di un altro soggetto.


Danni risarcibili in ambito sportivo non agonistico

Chi subisce un infortunio sportivo ha diritto a richiedere il risarcimento dei seguenti danni:

Tipo di danno Esempi concreti
Danno biologico Frattura, lussazione, lesione muscolare, rottura legamento crociato
Danno patrimoniale Costi per fisioterapia, interventi chirurgici, visite specialistiche
Danno da invalidità temporanea Incapacità di lavorare o di svolgere attività quotidiane
Danno da invalidità permanente Perdita parziale dell’uso di un arto, ridotta capacità sportiva
Danno morale Sofferenza psicologica, ansia, depressione post-infortunio
Danno da perdita di chance Impossibilità di partecipare a tornei, provini, gare, ecc.

Il danno non deve essere per forza “grave” per essere risarcibile. Anche una distorsione con prognosi di 20 giorni può comportare un danno biologico riconosciuto legalmente e valutabile economicamente in base alle tabelle medico-legali.


Come documentare correttamente un infortunio sportivo

Il successo di una richiesta di risarcimento dipende in larga parte dalla qualità della documentazione disponibile. Ecco cosa raccogliere subito dopo l’incidente:

  • Referto medico del pronto soccorso, con indicazione chiara delle lesioni subite;

  • Certificati specialistici (ortopedico, fisiatra, neurologo ecc.);

  • Fatture e ricevute per spese mediche, fisioterapia, diagnostica;

  • Foto e video del campo, del contesto, del momento in cui è avvenuto l’infortunio (se disponibili);

  • Dichiarazioni di testimoni, anche non formalizzate;

  • Comunicazioni scritte con società, gestori impianti o organizzatori (email, messaggi, reclami).

Anche in assenza di testimoni diretti, è possibile ricostruire i fatti attraverso una valutazione medico-legale dettagliata, come abbiamo già fatto in molte pratiche trattate con successo.


La documentazione è fondamentale anche senza assicurazione

Molti si scoraggiano quando scoprono di non avere una copertura assicurativa attiva. Ma il punto è che non è l’assicurazione a decidere se hai diritto o meno al risarcimento: ciò che conta è provare che il danno è stato causato da un comportamento illecito o da una negligenza altrui.

Ti consigliamo la lettura dell’articolo “Come ottenere un risarcimento dopo un infortunio da calcio amatoriale”, dove approfondiamo nel dettaglio i risarcimenti in contesti non ufficiali.


Come Studio Legale, lavoriamo a stretto contatto con medici legali e consulenti tecnici per aiutare il cliente a ricostruire in modo credibile e documentato l’accaduto. Questo è spesso il fattore decisivo per ottenere il riconoscimento integrale dei danni, anche in assenza di una denuncia immediata o di testimoni oculari.

Quanto tempo hai per chiedere il risarcimento dopo un infortunio sportivo

Chi ha subito un infortunio durante un allenamento o una partita non ufficiale ha diritto a essere risarcito entro determinati termini di legge, oltre i quali il diritto si estingue per prescrizione. È quindi fondamentale conoscere con precisione le scadenze per evitare di perdere ogni possibilità di ottenere un risarcimento, anche quando il danno è evidente e documentato.


Prescrizione ordinaria per danni da infortunio sportivo

In base all’art. 2947 c.c., il termine di prescrizione ordinaria per agire in giudizio per il risarcimento del danno da fatto illecito è di 5 anni.

Questo significa che, in linea generale, hai 5 anni di tempo dal giorno dell’infortunio per fare richiesta formale di risarcimento contro la persona, l’organizzatore o l’ente responsabile.

La prescrizione quinquennale si applica anche:

  • agli infortuni sportivi amatoriali o dilettantistici;

  • agli incidenti su campi non omologati;

  • alle lesioni provocate da altri giocatori;

  • ai danni causati da impianti non sicuri.


Eccezioni e casi particolari: attenzione alle decorrenze

In alcuni casi il termine può decorrere non dalla data dell’infortunio, ma da quella in cui il danneggiato ha piena conoscenza della responsabilità o del danno. Questo accade, ad esempio, quando:

  • l’entità del danno si manifesta gradualmente (es. lesioni tendinee croniche);

  • solo in un secondo momento emerge la responsabilità dell’impianto o dell’organizzatore;

  • si scopre che l’infortunio è stato causato da un’omissione o una negligenza altrui.

In questi casi, il termine inizia a decorrere dal giorno in cui il danneggiato ha acquisito consapevolezza del fatto dannoso e della sua riconducibilità a un soggetto specifico.


La prescrizione si interrompe: come proteggere il tuo diritto

Molti non sanno che una diffida stragiudiziale inviata da un avvocato può interrompere la prescrizione e “congelare” i termini, facendo ripartire il conteggio da zero. Interrompere la prescrizione è una tutela strategica nei casi in cui:

  • non si è ancora in possesso di tutta la documentazione sanitaria o probatoria;

  • si sta cercando una risoluzione stragiudiziale;

  • il danneggiato ha difficoltà economiche a sostenere subito un’azione legale.

Molti nostri assistiti, convinti di non poter più agire perché erano passati anni dall’incidente, hanno poi scoperto che la prescrizione non era ancora decorsa o era stata comunque interrotta.


Non aspettare: ogni giorno può fare la differenza

Chi ha subito un infortunio sportivo durante un allenamento o una partita non ufficiale deve muoversi con prontezza. Spesso si sottovaluta l’importanza di una consulenza legale immediata, ma lasciare passare troppo tempo può compromettere irreversibilmente il diritto al risarcimento.

Consigliamo a chiunque si trovi in una situazione simile di agire entro poche settimane dall’infortunio, per permettere allo Studio Legale di:

  • raccogliere le prove fresche e attendibili;

  • analizzare le eventuali responsabilità;

  • interrompere tempestivamente la prescrizione;

  • costruire un fascicolo solido per ottenere il giusto risarcimento.

Per una panoramica più ampia su tempistiche e strategie, suggeriamo di leggere anche il nostro approfondimento: “Quanto vale un risarcimento per infortunio sportivo? Importi e calcolo danni”


Cosa fare subito dopo un infortunio sportivo per tutelare il tuo diritto al risarcimento

Nel momento in cui si subisce un infortunio durante una partita non ufficiale o un allenamento amatoriale, le prime azioni che si compiono sono determinanti per il buon esito di una futura richiesta di risarcimento. Non agire tempestivamente o farlo in modo sbagliato può compromettere la possibilità di dimostrare l’accaduto, di attribuire responsabilità e, di conseguenza, di ottenere un indennizzo equo.

Per questo, da oltre 25 anni consigliamo ai nostri assistiti di non sottovalutare mai le fasi immediatamente successive all’infortunio, anche se inizialmente il dolore sembra gestibile o le dinamiche poco chiare.


Le 7 azioni fondamentali da compiere subito dopo l’infortunio

Azione Perché è fondamentale
1. Rivolgersi al pronto soccorso Serve ad avere una documentazione medica immediata e tracciabile.
2. Far verbalizzare l’accaduto Se possibile, chiedere l’intervento di responsabili campo o ambulanza.
3. Scattare foto/video del luogo Le condizioni del campo o degli attrezzi possono essere prove decisive.
4. Identificare testimoni Compagni di gioco, spettatori, organizzatori: chiedere contatti e disponibilità.
5. Richiedere eventuale assicurazione Se organizzatore o società sportiva, chiedere se esiste copertura attiva.
6. Conservare tutta la documentazione Referti, ricevute, diagnosi, prescrizioni. Tutto serve per quantificare i danni.
7. Contattare un avvocato esperto Non basta dimostrare l’infortunio, serve impostare correttamente la richiesta.

Non attendere che la situazione si complichi: ogni giorno di ritardo può ridurre la possibilità di ricostruire i fatti, raccogliere prove e interrompere la prescrizione.


Il ruolo dell’avvocato nei primi giorni: cosa fa e perché è decisivo

Un avvocato esperto in risarcimenti per infortuni sportivi può intervenire già nelle primissime fasi per:

  • redigere una diffida stragiudiziale immediata al soggetto ritenuto responsabile;

  • incaricare medici specialisti ed un medico legale per certificare il danno biologico;

  • richiedere l’accesso alla documentazione (video di videosorveglianza, registri, assicurazioni attive);

  • interrompere formalmente la prescrizione e tutelare i diritti del cliente.

È in questa fase iniziale che si fa la differenza tra una pratica debole e una pratica costruita correttamente e pronta per essere valorizzata.


Vuoi un esempio concreto?

Se ti sei fatto male in una partita aziendale giocata in un centro sportivo privato, non aspettare che siano loro a dirti cosa fare. Può darsi che nessuno abbia predisposto un’assicurazione, che il campo non fosse in regola, che nessuno abbia verbalizzato l’accaduto. Agisci in autonomia, segui le indicazioni di questa sezione e rivolgiti tempestivamente a un legale.

Approfondiamo questi temi in modo pratico anche nell’articolo:
“Cosa fare subito dopo un infortunio sportivo per non perdere il diritto al risarcimento”


Non sottovalutare mai l’importanza di queste prime azioni. Abbiamo seguito casi in cui il cliente si è rivolto a noi anche dopo mesi dall’incidente, ma grazie a una documentazione ben conservata e all’intervento tempestivo di un consulente legale, è stato comunque possibile ottenere un risarcimento.


Esempio reale: risarcimento ottenuto per infortunio in partita aziendale non ufficiale

Luca S., 36 anni, impiegato in un’azienda di logistica, partecipa a una partita di calcetto organizzata tra colleghi in un impianto sportivo privato, senza tesseramento e senza assicurazione. Durante la partita, subisce una grave distorsione al ginocchio con rottura del legamento crociato anteriore, a seguito di un contrasto a dir poco sconsiderato da parte di un avversario. Da lì: intervento chirurgico, riabilitazione, mesi di assenza dal lavoro, spese mediche.

Luca si rivolge al nostro Studio Legale, inizialmente scoraggiato: nessuna assicurazione, nessun referto immediato, e il timore che “non si potesse fare nulla”.

Attraverso:

  • raccolta della documentazione medica completa,

  • identificazione dei testimoni presenti,

  • perizia medico-legale su nostro incarico,

  • ricostruzione della responsabilità dell’avversario

abbiamo ottenuto un congruo risarcimento  

  • danno biologico permanente e temporaneo,

  • rimborso integrale delle spese mediche,

  • danno morale e patrimoniale da perdita temporanea di capacità lavorativa.

Anche senza assicurazione e senza tesseramento, esistono strumenti concreti per far valere i propri diritti, se assistiti da un avvocato esperto in infortuni sportivi.


Domande frequenti (FAQ)

1. Ho diritto al risarcimento anche se non ero tesserato a una federazione sportiva?
Sì. Il risarcimento non dipende dal tesseramento, ma dalla responsabilità civile di chi ha causato l’infortunio.

2. Posso ottenere un risarcimento per un infortunio durante una partitella tra amici?
Assolutamente sì, soprattutto se l’infortunio è stato causato da un comportamento scorretto o da una cattiva organizzazione.

3. Cosa devo fare se il campo era in pessime condizioni?
Scatta foto, segnala l’accaduto al gestore e contatta un avvocato: potresti avere diritto a un risarcimento per responsabilità del gestore dell’impianto.

4. Vale la pena agire anche se ho solo una distorsione o una contusione?
Sì. Anche lesioni considerate “lievi” possono generare diritto al risarcimento del danno biologico.

5. Quanto tempo ho per agire legalmente dopo un infortunio sportivo?
Il termine di prescrizione è di 5 anni, ma è importante agire subito per non perdere prove fondamentali.

6. Posso agire anche se non ci sono testimoni?
Sì, purché l’infortunio sia ben documentato a livello medico e si possa ricostruire la dinamica.

7. L’assicurazione sportiva obbligatoria copre sempre i danni?
No, spesso ha massimali molto bassi. Il risarcimento legale è spesso molto più ampio.

8. Devo fare una denuncia per ottenere il risarcimento?
Non sempre è necessario, ma può rafforzare la posizione. In ogni caso, la strada civile è autonoma e percorribile.

9. A chi devo rivolgermi per farmi risarcire: assicurazione, infortunistica o avvocato?
Per infortuni sportivi non stradali, è fondamentale rivolgersi a un avvocato esperto in risarcimenti sportivi. Le infortunistiche stradali spesso non trattano questi casi.

10. Posso ottenere anche il risarcimento per lo stop al lavoro o alla mia attività sportiva?
Sì. Il danno da invalidità temporanea o da perdita di chance è pienamente risarcibile, se adeguatamente dimostrato.


Contatta il nostro Studio: ti aiutiamo a ottenere quello che ti spetta

Se hai subito un infortunio durante un allenamento, una partita amatoriale o qualsiasi attività sportiva non ufficiale, non rinunciare al tuo diritto al risarcimento. Anche se non hai un’assicurazione attiva o non sei un atleta professionista, hai comunque strumenti concreti per tutelarti.

Noi dello Studio Legale Calvello ci occupiamo da molti anni di infortuni sportivi, responsabilità civile e risarcimento danni con un approccio personalizzato, efficace e orientato ai risultati.

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